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Alcuni personaggi sono diventati famosi per aver contribuito a scoprire le sostanze chimiche contenute nella pianta e a chiarirne il funzionamento nel nostro organismo. Nessuno però merita più considerazione del dottor Mechoulam.
Il celebre chimico e biologo Raphael Mechoulam è deceduto il 9 marzo 2023 dopo una vita dedicata alla ricerca sulla Cannabis. La sua carriera, durata ben sei decenni, è stata caratterizzata da perseveranza e dedizione, permettendo a milioni di pazienti di beneficiare del suo lavoro.
Affettuosamente chiamato “Raphi”, a dimostrazione della sua personalità amichevole e gentile oltre che della sua brillante mente scientifica, Mechoulam è considerato una figura pionieristica nel campo degli studi sulla Cannabis, tanto da essere noto come il “padre della ricerca sui cannabinoidi”.
Nato in Bulgaria nel 1930, precisamente a Sofia, Raphael Mechoulam si trasferisce con tutta la famiglia in Israele nel 1949, dove ottiene un dottorato in chimica, e successivamente a Manhattan, dove segue un corso di perfezionamento alla Rockefeller University, università privata dedicata principalmente alla ricerca medica e scientifica.
Tornato in Israele dopo aver terminato gli studi, Mechoulam diventa membro dell’Istituto Weizmann, uno dei più importanti centri di ricerca nel mondo.
Proprio in questo periodo, Mechoulam viene sorpreso a trasportare 5 chilogrammi di “superbo hashish libanese di contrabbando” – come lo ha definito lui – su un autobus da Tel Aviv a Rehovot. Non aveva alcuna intenzione di consumare l’hashish che trasportava… aveva appena iniziato il suo percorso di studi sulla Cannabis, di cui ancora non si conoscevano tutte le proprietà mediche, ed era stato incaricato di portare quei 5 kg al suo laboratorio presso l’Istituto Weizmann.
Il suo team aveva già scoperto la struttura chimica del CBD, nel 1963, e adesso aveva a disposizione questo notevole quantitativo da esplorare e studiare.
E infatti proprio qui, nel 1964 per la prima volta viene isolato e sintetizzato il Delta 9 tetraidrocannabinolo, il più noto principio attivo della cannabis.
L’isolamento del THC e del CBD ha rappresentato una svolta decisiva nella comprensione scientifica della Cannabis, permettendo di distinguere le sue componenti attive e i relativi effetti.
Attraverso la sua ricerca, Mechoulam ha posto le basi per lo studio delle proprietà farmacologiche dei cannabinoidi, influenzando profondamente l’approccio scientifico alla Cannabis e aprendo nuove strade nel campo della medicina.
Negli anni ’80, Mechoulam e i suoi colleghi rivelarono che i cannabinoidi funzionano attraverso un meccanismo ben specifico nel corpo. Questa scoperta ha dato il via alla ricerca dei recettori dei cannabinoidi nei tessuti cellulari dei mammiferi scoprendo i due recettori accoppiati alle proteine G che costituiscono quello che oggi conosciamo come il sistema endocannabinoide.
Nel 1988 scoprirono il recettore CB1 (dove il THC si lega per produrre i suoi effetti psicotropi) e nel 1993 il recettore CB2.
Questo significava che dovevano esserci per forza alcune molecole di segnalazione endogene che andavano a legarsi con i recettori dei cannabinoidi nel tessuto cellulare dei mammiferi. A questo punto Mechoulam e il suo team di ricerca scoprirono anche come l’anandamide servisse da attivatore per i CB1, e come il 2-AG svolgesse anche funzioni di regolazione del sistema endocannabinoide.
Nel corso della sua carriera, Mechoulam ha lavorato instancabilmente per far riconoscere il valore scientifico e terapeutico della Cannabis. Ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e ha collaborato con studiosi di tutto il mondo, contribuendo a una crescente accettazione del potenziale terapeutico dei cannabinoidi.
Gli studi da lui ispirati hanno mostrato come il CBD abbia effetti antinfiammatori, antipsicotici, anticonvulsivanti e analgesici. Queste proprietà hanno aperto la strada all’uso del CBD nel trattamento di numerose condizioni mediche, come l’epilessia, l’ansia e le malattie infiammatorie croniche.
L’ultima scoperta di Mechoulam è avvenuta nel 2020, all’età di 90 anni, quando è riuscito a creare un acido cannabinoidico, noto come EPM301, che promette bene come futuro farmaco.
Grazie al lavoro di Mechoulam, il settore della Cannabis è tuttora in continua espansione, non solo come fonte di sollievo per pazienti affetti da condizioni debilitanti, ma anche come ambito di ricerca innovativo che cerca soluzioni a condizioni mediche ancora prive di terapie risolutive.
La ricerca sui cannabinoidi continua a essere guidata dai suoi insegnamenti e dalle sue intuizioni, esplorando nuovi composti come il CBG (cannabigerolo) e il CBC (cannabicromene), ciascuno con un potenziale terapeutico unico.
La sua eredità scientifica è viva nei laboratori di tutto il mondo e rimane un faro di riferimento che ispira nuovi studi per rendere i cannabinoidi una componente centrale di terapie personalizzate per patologie complesse e raggiungere nuovi orizzonti per il benessere umano.
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