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Prosegue il nostro viaggio all’esplorazione del CBD. Per alcuni si tratta di informazioni già note, ma ci sono molte persone che ancora non conoscono questa sostanza o non hanno ben chiaro in che modo agisca sull’organismo o come può essere impiegato per migliorare in modo naturale il proprio stato di benessere.
Il sistema endocannabinoide è uno dei sistemi biologici presenti nel corpo umano, proprio come il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema endocrino.
Parliamo di una rete di recettori composta da due recettori principali: il recettore CB1 e il recettore CB2, distribuiti nelle membrane del corpo. Semplificando, i recettori CB1 si trovano nel sistema nervoso e nel cervello, mentre i recettori CB2 sono presenti nel sistema immunitario.
Il sistema endocannabinoide agisce sulla regolazione di una grande varietà di processi, fisiologici e cognitivi, come:
Il cannabidiolo, interagendo con il sistema endocannabinoide sprigiona la sua efficacia. Nel momento in cui il nostro organismo manifesta uno squilibrio, il CBD interviene attraverso un’azione di modulazione.
I recettori CB1 e CB2, simili a delle caselle di posta, ricevono le informazioni dai cannabinoidi – in questo caso del CBD – e a loro volta si fanno “messaggeri” per agire sull’organismo con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio perduto.
In generale, il CBD è considerato un composto sicuro, non tossico, con pochi effetti collaterali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è espressa sul CBD confermando che può essere considerata una sostanza con un buon profilo di sicurezza, ben tollerata dagli esseri umani e dagli animali, che non comporta rischi di dipendenza o abuso, che non causa cambiamenti dell’umore o del comportamento.
L’OMS si è pronunciata favorevolmente anche per una maggiore apertura nei confronti della Cannabis in generale, riconoscendone le proprietà mediche e terapeutiche, al punto da raccomandarne la riclassificazione, spostandola dalla “tabella 1” – riservata a sostanze con alto potenziale di abuso – alla tabella 3 delle sostanze con un potenziale moderato o basso di dipendenza fisica e psicologica.
Cannabis “sostanza a basso rischio”. Gli USA verso la riclassificazione
C’è ancora molto che non sappiamo sul CBD e sui meccanismi attraverso i quali agisce nel corpo. Per giungere a conclusioni definitive sulla sicurezza del composto e soprattutto per comprendere appieno il suo funzionamento, sarà necessario condurre ulteriori ricerche.
Fortunatamente, il crescente interesse per i cannabinoidi sta dando origine a un numero sempre maggiore di studi che aiuteranno il mondo scientifico a comprendere le proprietà e i meccanismi con cui i vari composti derivati dalla Cannabis agiscono sul corpo umano. Al momento, è importante essere consapevoli delle sue potenzialità terapeutiche, ma anche dei potenziali effetti collaterali e delle interazioni con altri farmaci.
Nel prossimo capitolo vedremo più in dettaglio le proprietà del CBD nel trattamento di alcune patologie.
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