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Su questo sito puoi trovare prodotti a base di Canapa, tra cui le "infiorescenze di Cannabis Sativa L". Quest'ultime hanno un THC inferiore ai limiti di legge e sono vendute ai sensi della normativa 242/16.
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Ultimo episodio della nostra Guida! Concludiamo questo breve viaggio alla scoperta della nostra amata pianta con un capitolo dedicato alla Cannabis Light, un prodotto “moderno” che fa storcere il naso ai puristi, ma che ha avuto una enorme diffusione e viene apprezzato da molti.
Detta anche Cannabis Light o Canapa Light, è stata introdotta con la Legge n. 242 del 2016, che ha stabilito le condizioni e le regole per la coltivazione dalla pianta di Canapa Sativa L. (Cannabis Sativa Linnaeus) e la commercializzazione di prodotti derivati con limite di THC inferiore allo 0,5%.
L’intento della legge era quello di promuovere forme alternative di sfruttamento agricolo, diversificando il mercato della produzione agroalimentare e favorendo la produzione locale. Lo sviluppo della filiera della Canapa industriale ha incentivato la produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di vari settori, per la bonifica di terreni oltre che per tutte le attività didattiche e di ricerca.
Lascia però un vuoto normativo in quanto l’utilizzo della marijuana e delle altre sostanze stupefacenti rimane attualmente regolamentato dalla legge Fini-Giovanardi del 21 febbraio 2006, n.49.
La Legge n. 242 di fatto ha legalizzato la compravendita di Canapa Light e il suo possesso, senza riconoscerne ufficialmente l’uso a scopo ricreativo… Però nemmeno l’ha proibito, in quanto si tratterebbe di una varietà depotenziata che non presenta effetti psicoattivi.
La Canapa Light, con il suo bassissimo contenuto di THC e un’elevata percentuale di CBD, è stata accolta con grande entusiasmo. È diventata un prodotto estremamente diffuso, apprezzata proprio perché non possiede effetti psicotropi, ma consente di sfruttare al massimo i benefici del CBD.
Al momento però, per la legge, fumare erba light – non è né legale né illegale. Potrebbe essere considerato un illecito amministrativo e le eventuali sanzioni possono comportare la sospensione della patente di guida, la sospensione della licenza di porto d’armi, il divieto di ottenere il passaporto o il permesso di soggiorno per motivi di turismo, o il divieto di conseguire abilitazioni alla guida.
Per la concentrazione di CBD non è mai stato previsto alcun limite, permettendo la grande diffusione di prodotti a base di CBD a scopo cosmetico, farmacologico e alimentare.
A settembre 2023, però, il governo Meloni ha firmato un decreto che equipara il CBD alle sostanze stupefacenti: il provvedimento ha inserito i prodotti per uso orale a base di cannabidiolo nella tabella I-bis allegata al testo unico sugli stupefacenti.
Con una sentenza emessa l’11 settembre 2004 il Tar del Lazio ha sospeso l’efficacia del decreto Meloni e ha stabilito che il provvedimento è illegittimo perché viola il principio di tassatività delle sostanze stupefacenti. In particolare, il Tribunale amministrativo ha rilevato che la tabella I-bis del testo unico sugli stupefacenti include solo le sostanze che hanno effetti psicotropi, mentre il CBD non è una sostanza psicoattiva. Una decisione che è ancora temporanea, in attesa di una revisione giudiziaria completa.
Un nuovo colpo al settore è arrivato di recente con l’approvazione alla Camera del Ddl Sicurezza contenente un emendamento che vuole equiparare la Canapa industriale – Cannabis light – a quella con THC.
L’emendamento deve ancora seguire il suo iter legislativo, poiché è necessario anche il voto al Senato, ma risultano evidenti le contraddizioni di un provvedimento di questo tipo rispetto alle normative europee che riconoscono il CBD e le infiorescenze di canapa come non stupefacenti.
In attesa degli sviluppi sul Ddl Sicurezza, al momento la Cannabis Light rimane un prodotto legale, soggetto alla Legge n. 242 del 2016.
Numerosi studi scientifici, inclusi quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno dimostrato che il CBD non presenta rischi significativi di abuso o dipendenza.
Il decreto del 27 giugno 2024 potrebbe violare i regolamenti dell’Unione Europea sulla canapa e sulla libera concorrenza, introducendo restrizioni che non sono giustificate né proporzionate rispetto ai rischi effettivi. Secondo la legislazione europea, la canapa e i suoi derivati, inclusi i prodotti contenenti CBD, non dovrebbero essere soggetti a restrizioni ingiustificate che limitano la libera circolazione delle merci e la concorrenza.
Inoltre, il decreto non è stato notificato al TRIS (Technical Regulation Information System), il sistema dell’Unione Europea che richiede agli Stati membri di notificare le nuove regolamentazioni tecniche prima della loro adozione. Questa omissione rappresenta un’ulteriore violazione delle procedure dell’UE, che mira a garantire la trasparenza e la coerenza delle normative tra gli Stati membri.
Il CBD (cannabidiolo) è uno dei principali composti presenti nella Cannabis. Ha una composizione molecolare molto simile a quella del THC, ma non ha la capacità di agire a livello psicoattivo.
Il CBD può avere molte proprietà terapeutiche. Negli ultimi anni, diversi studi hanno indicato la possibilità dell’utilizzo di questo cannabinoide per trattare ansia, disturbi del sonno, convulsioni, infiammazioni, spasmi, dolore cronico. Sembra essere indicato anche per patologie come Parkinson, Alzheimer e per combattere gli effetti collaterali della chemioterapia.
Il CBD può essere assunto in diversi modi, tra cui oli, tinture, capsule, creme e anche infiorescenze. La via di somministrazione dipende soprattutto dalle abitudini e dalle preferenze personali.
Teoricamente è possibile fumare CBD, anche se la legge non è del tutto chiara riguardo a questo argomento. Infatti, le infiorescenze di Canapa Legale ricche di CBD, non sono vendute come prodotto da “fumare”. È previsto che possano essere coltivate e vendute come prodotto per uso tecnico o da collezione, ma la normativa non lo prevede esplicitamente, sarebbe meglio evitare di fumare Cannabis Light in luoghi pubblici, dove l’incontro con forze dell’ordine particolarmente zelanti può condurre al sequestro del prodotto – nel dubbio che si tratti di marijuana “vera” – e a una lunga trafila burocratica e legale per dimostrare con costose analisi che si tratta di Cannabis Legale.
Per informazioni più dettagliate sul CBD, ti consigliamo di seguire la nostra “Guida per principianti al CBD” di prossima pubblicazione. L’impiego di prodotti con CBD è ormai largamente diffuso, ma… sei sicuro di saperne abbastanza?