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Glaucoma e CBG

Il glaucoma è una malattia degenerativa che danneggia il nervo ottico, responsabile della trasmissione dei segnali dagli occhi al cervello, e in genere è causata da una eccessiva pressione intraoculare. È una delle principali cause di cecità irreversibile e, sebbene siano disponibili diverse opzioni terapeutiche, non sempre i trattamenti sono efficaci o privi di effetti collaterali.

THC si. CBD “forse”. Cosa dicono gli studi

Il 1971 segnò la pubblicazione del primo lavoro di ricerca che dimostrava come l’inalazione di Cannabis avesse un effetto positivo nella riduzione della pressione oculare, facendo emergere subito anche il limite di questa sostanza: il THC è in grado di ridurre anche drasticamente la pressione intraoculare ma solo per un breve periodo, dalle tre alle quattro ore, mentre il glaucoma deve essere trattato sempre, 24 ore su 24.

Per ottenere un beneficio duraturo bisognerebbe essere costantemente sotto l’effetto del THC, compromettendo molte delle attività di base di una persona, senza considerare tutta una serie di importanti effetti collaterali.

La ricerca si è concentrata verso i potenziali benefici del CBD, per verificare se fosse in grado di “superare” gli effetti negativi di una terapia a base di solo THC.

Nel 1979, uno studio pubblicato sull’International Journal of Pharmacology and Biopharmacology ha riscontrato una riduzione della pressione sanguigna per un periodo di tempo prolungato e un aumento della frequenza cardiaca che ha comportato una diminuzione sostanziale della pressione intraoculare.

Gli studi successivi hanno portato risultati contrastanti. È stato ampiamente dimostrato che il CBD può avere proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive. Da questo punto di vista, il cannabidiolo potrebbe aiutare a proteggere i nervi degli occhi dai danni causati dal glaucoma. Altre ricerche però hanno evidenziato che dosi elevate di CBD potrebbero essere addirittura dannose per la pressione oculare.

Al momento, le prospettive migliori sembrano provenire dal CBG (cannabigerolo), un cannabinoide meno conosciuto, ma che nasconde importanti vantaggi terapeutici. È il primo componente a svilupparsi nella pianta di Cannabis ed è il responsabile della creazione di CBD e THC, i principi attivi più conosciuti.

Come funziona il CBG?

Come gli altri cannabinoidi, anche il CBG interagisce nel nostro organismo con la complessa rete di recettori che svolgono un ruolo chiave nella regolazione della pressione intraoculare. Gli studi suggeriscono che il CBG può aiutare il deflusso dell’umor acqueo, il fluido nell’occhio, riducendo così la pressione intraoculare e mitigando uno dei principali fattori di rischio per il glaucoma. In aggiunta alle sue proprietà neuroprotettive che possono salvaguardare il nervo ottico dai danni, si presenta come un potenziale alleato nel trattamento del glaucoma.

Il parere della scienza sul CBG

Uno studio pubblicato sulla rivista Investigative Ophthalmology & Visual Science ha evidenziato che il CBG riduce la pressione intraoculare con un effetto paragonabile a quello dell’attuale trattamento farmacologico con il timololo.

Un altro studio pubblicato sul Journal of Pharmacy and Pharmacology ha scoperto che il CBG può avere un effetto neuroprotettivo sulle cellule della retina, suggerendo il suo potenziale nel trattamento delle malattie degenerative della retina, tra cui il glaucoma.

Posso provare il CBG?

Sul nostro sito proponiamo tre tipologie di oli per l’assunzione sublinguale di CBG:

Olio CBG 2,5%

Olio CBG 5%

Olio CBG 10%

L’Olio CBG è composto da cristalli di Cannabigerolo – estratti da foglie di canapa con la tecnologia CO2 supercritica e miscelati a olio di cocco frazionato MCT. L’Olio CBG è incolore, inodore e insapore, e non contiene sostanze psicoattive.

Come regola generale per qualsiasi nuovo integratore o olio, sarebbe meglio iniziare con un prodotto a bassa concentrazione ed eventualmente aumentare il dosaggio nel tempo.

Attenzione: non possiamo affermare con certezza che l’olio di CBG abbia un impatto terapeutico su una patologia come il glaucoma a livello avanzato. Il suo supporto al sistema endocannabinoide è innegabile e l’assunzione quotidiana dell’olio può fornire un effetto preventivo grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e neuroprotettive.

In caso di patologie per le quali è già in corso un trattamento medico, è sempre consigliabile consultare il proprio medico curante prima di assumere qualsiasi sostanza.

 

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