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Nel settore sportivo, la Cannabis è proibita dalla World Anti-Doping Agency (WADA) in tutti gli sport di competizione dal 2004, a causa degli effetti psicotropi del tetraidrocannabinolo (THC), che potrebbero influire sulle performance degli atleti. Tuttavia, dall’elenco delle sostanze vietate nel 2018 è stato rimosso il CBD, altro costituente fondamentale della Cannabis che non induce effetti intossicanti ed è conosciuto per le sue proprietà farmacologiche.
Questa decisione, quindi, lascia la porta aperta all’uso di CBD da parte degli atleti, sia professionisti che no, e gli studi preclinici suggeriscono che il CBD potrebbe avere un ruolo utile agli atleti sotto diversi punti di vista.
Il CBD esercita promettenti effetti analgesici, regolando la produzione di agenti proinfiammatori e interagendo con obiettivi coinvolti nella percezione del dolore.
Appare chiaro che gli atleti potrebbero beneficiare di questo fitocannabinoide per gestire il dolore, l’infiammazione e il gonfiore associato alle lesioni e il CBD potrebbe diventare un’alternativa ai farmaci antinfiammatori non steroidei, agli oppioidi o ai corticosteroidi.
Inoltre, il CBD è in grado di ridurre l’allodinia (un impulso doloroso avvertito in seguito ad uno stimolo innocuo) e l’iperalgesia (aumentata sensibilità al dolore) e si è rivelato efficace soprattutto nella riduzione del dolore cronico.
Gli atleti sono particolarmente esposti a situazioni che provocano ansia o paura ingiustificata. La gestione dell’ansia prima, durante e dopo una performance è di fondamentale importanza per gli atleti, per evitare di sviluppare disturbi d’ansia che possano diminuire le prestazioni ed incidere sul recupero. In questi casi, il CBD potrebbe rivelarsi estremamente utile, grazie alle sue proprietà ansiolitiche.
Le osservazioni scientifiche mettono in luce il ruolo del CBD anche come potenziale strumento per la gestione del sonno e della sonnolenza negli atleti. In alcuni sport, come le gare di resistenza o le maratone automobilistiche (la 24 ore di Le Mans, ad esempio), la capacità di rimanere svegli potrebbe essere un fattore determinante.
Al contrario, la perdita di sonno dovuta all’ansia è comune negli atleti e ha un impatto negativo sulle funzioni cognitive e fisiologiche, con conseguente riduzione delle prestazioni sportive.
In conclusione, il CBD sembra un molecola interessante con una vasta gamma di proprietà potenzialmente utili per gli atleti, seppur con qualche attenzione. Poiché la regolamentazione dei prodotti a base di CBD varia da paese a paese – e a volte anche all’interno di uno stesso paese – può essere ancora difficile determinare sia la loro legalità sia l’impiego in sicurezza. Infatti, esistono studi che hanno dimostrato come il CBD possa interferire con l’efficacia di alcuni farmaci, compresi quelli usati per il trattamento del dolore cronico. Per questo motivo, è indispensabile che gli atleti siano consapevoli, oltre che dei benefici, anche dei potenziali rischi correlati all’uso di CBD e che consultino un medico di fiducia prima di iniziare ad assumere qualsiasi prodotto.