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Quando si parla di cannabis, una delle domande più comuni è: “Ma fa male al cervello, soprattutto con l’avanzare dell’età?”
Uno studio recente dell’Università di Copenaghen, pubblicato sulla rivista scientifica Brain and Behavior, ha analizzato proprio questo aspetto, e i risultati sono davvero interessanti.
Lo studio ha coinvolto oltre 5.000 uomini danesi che, in giovane età, avevano sostenuto un test d’intelligenza durante il servizio di leva obbligatorio. Decenni dopo – tra i 64 e i 70 anni – gli stessi partecipanti hanno ripetuto il test. La domanda chiave era: il consumo di cannabis durante la vita aveva influenzato le loro capacità cognitive con l’età?
Ebbene, sembra proprio di no. Anzi, chi aveva consumato cannabis ha mostrato un declino cognitivo leggermente inferiore rispetto a chi non l’aveva mai usata. Parliamo di una differenza di 1,3 punti di QI: piccola, certo, ma significativa perché sfata l’idea che la cannabis “rovini il cervello”.
Gli scienziati hanno ipotizzato che il THC, il principio attivo della cannabis, possa avere effetti positivi sul cervello. Ad esempio, alcuni studi su animali hanno suggerito che potrebbe proteggere contro malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Inoltre, gli effetti negativi riscontrati in altri studi sembrano reversibili: anche chi ha smesso di consumare cannabis dopo anni di uso intenso non ha riportato danni permanenti.
Il risultato di questo studio non implica che non ci siano rischi legati al consumo, ma suggerisce che la sostanza, almeno per quanto riguarda l’invecchiamento cognitivo, potrebbe non essere così dannosa come si è sempre pensato.
La comunità scientifica è ancora divisa. Alcune ricerche suggeriscono che l’uso cronico di cannabis possa portare a una riduzione del volume di alcune aree del cervello, come la corteccia orbito-frontale, coinvolta nei meccanismi di dipendenza . Tuttavia, non è stato stabilito un legame diretto tra questa riduzione e un calo delle capacità cognitive. Al contrario, altri studi indicano che l’uso di cannabis potrebbe essere associato a minori probabilità di declino cognitivo soggettivo, con consumatori che riferiscono meno confusione e perdita di memoria rispetto ai non consumatori .
In un mondo in cui la cannabis è sempre più diffusa e la sua legalizzazione è in espansione, sapere come influisce davvero sul nostro corpo e sulla nostra mente è fondamentale. Questo studio aggiunge un tassello importante al puzzle, ma c’è ancora tanto da scoprire.
Insomma, la cannabis non sembra essere il nemico numero uno del cervello… ma, come sempre, meglio consumare con consapevolezza e informarsi bene!
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