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Nell’ambito della lotta contro le sostanze stupefacenti, l’amministrazione Biden sta considerando un significativo allentamento delle restrizioni sulla marijuana, proponendo di riclassificarla come sostanza a basso rischio. Questa mossa rappresenterebbe un cambiamento storico rispetto alle leggi in vigore da 50 anni e potrebbe avere ampie ripercussioni su tutto il paese e oltre.
Il 30 aprile, il Dipartimento di Giustizia ha presentato una proposta per riclassificare la cannabis, spostandola dalla “tabella 1” — riservata a sostanze con alto potenziale di abuso e nessun uso medico accettato, come LSD ed eroina — alla “tabella 3“. Quest’ultima categoria include sostanze con un potenziale moderato o basso di dipendenza fisica e psicologica, come ketamina, steroidi anabolizzanti e alcune combinazioni di paracetamolo e codeina.
Questa riclassificazione rappresenta un passo importante verso l’allineamento delle leggi federali con quelle statali, in cui la cannabis è già legale in quasi 40 stati. Anche se non mira a legalizzare direttamente la marijuana per uso ricreativo, la proposta potrebbe portare a sanzioni penali più leggere e, soprattutto, facilitare la ricerca sulla cannabis terapeutica. La cannabis è già utilizzata con successo per trattare condizioni come il dolore cronico, la spasticità e l’epilessia.
L’attuale classificazione della cannabis ha finora ostacolato la ricerca scientifica a causa delle difficoltà di accesso ai prodotti e delle complesse normative. Anche quando gli scienziati ottengono l’autorizzazione dai regolatori, devono dipendere dalla fornitura di cannabis del NIDA Drug Supply Program, che ha storicamente focalizzato gli studi su dipendenza e abuso piuttosto che sulle applicazioni terapeutiche. Inoltre, i finanziamenti federali per la ricerca sulla cannabis sono limitati, e le complessità legali scoraggiano molti investitori privati.
L’approvazione della riclassificazione incoraggerebbe le aziende del settore sanitario a investire nella ricerca sulla cannabis, favorendo la nascita di nuove start-up. Le aziende di cannabis beneficerebbero anche dell’abolizione della disposizione fiscale 280E, che attualmente impedisce loro di dedurre le spese operative. Questo cambiamento permetterebbe alle aziende di quotarsi nelle principali borse valori statunitensi, riducendo le tasse e rendendo i produttori legali più competitivi rispetto al mercato nero, spesso preferito dai consumatori per i prezzi più bassi.
Anche se la proposta verrà approvata, la riclassificazione della Cannabis come sostanza a basso rischio non la renderà legale a livello federale, tuttavia questa mossa potrebbe rappresentare una svolta cruciale nella politica antidroga degli Stati Uniti, spianando la strada a una nuova legislazione e apportando benefici concreti per la ricerca scientifica e l’industria legale della Cannabis.
Auspichiamo che questo cambiamento possa ispirare positivamente anche il resto del mondo verso un approccio più basato sulle evidenze scientifiche e meno punitivo, favorendo sia la salute pubblica che lo sviluppo economico.